Fratelli e figli carissimi, Dopo aver servito e amato per oltre diciotto anni la Chiesa di Caltagirone, il Signore che conduce la storia mi invia in mezzo a voi per proseguire insieme il cammino della fede, della speranza e della carità.
Sin dal primo momento voglio aprirvi il mio cuore confessandovi che non ho chiesto di lasciare la Diocesi di Caltagirone, non lo avrei mai fatto, ma non ho esitato un solo istante ad accogliere l’invito del Santo Padre riconoscendo nel Suo discernimento la volontà di Dio che passa attraverso la Sua persona alla quale mi sento particolarmente legato da sentimenti di gratitudine e filiare devozione.
Spero tanto con l’aiuto del Signore di potermi spendere totalmente per la Santa Chiesa di Dio che è in Cefalù e per ciascuno di Voi in particolare, lasciandomi interpellare dalle parole dell’Apostolo Paolo ai Corinzi : “Per conto mio ben volentieri mi prodigherò, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se vi amo così intensamente, dovrei essere riamato di meno?” (2 Cor. 12,15).
Faccio mie le parole ancora di Paolo ai Romani: “Desidero infatti ardentemente vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale perché ne siate fortificati, o meglio per essere in mezzo a voi confortato mediante la fede che abbiamo in comune, voi e io” (Rm 1,11-12).
Sento già che mi appartenete. Il cammino che ci attende, se riusciremo a percorrerlo insieme sarà meno faticoso perché “quanto più grande è l’amore, minore è la fatica” (cfr. Sant’Agostino. Discorso 340, 1: Pl. 38, 1483).
Lavorare insieme è il modo migliore per conoscersi e riconoscersi. Sono molto fiducioso perché so quanto vi sta a cuore il bene della nostra Chiesa e del nostro territorio: “Se da una parte mi spaventa ciò che io sono per voi, dall’altra mi consola il fatto che sono con voi. Per voi infatti io sono vescovo, con voi sono cristiano” (Sant’Agostino, Discorso 340, 1: Pl 38, 1483-1484).
Saluto tutti affettuosamente, soprattutto voi carissimi sacerdoti, indispensabili e preziosi collaboratori del Vescovo, impegnati in quest’anno sacerdotale a riscoprire la bellezza e l’importanza del sacerdozio ministeriale e a ritrovare la forza e l’entusiasmo per proseguire il viaggio della vita seminando speranza e infondendo coraggio: “Voi siete il campo di Dio” (1 Cor. 3,9).
Saluto voi, religiosi e religiose, diaconi, laici, giovani, associazioni, gruppi, movimenti ecclesiali, uomini e donne di buona volontà, quanti in un modo o in un altro mi appartenete e siete oggetto della mia attenzione: i lavoratori, i disoccupati, gli uomini di cultura, gli emigrati e gli immigrati, gli anziani, gli ammalati e quanti soffrono per l’emarginazione sociale, spesso vittime di soprusi e ingiustizie.
Aiutatemi con la vostra preghiera, soprattutto voi carissime sorelle del Monastero delle Benedettine di Geraci Siculo e voi sorelle del Monastero delle Clarisse di Castelbuono: a voi affido una particolare e incessante preghiera per il seminario e le vocazioni sacerdotali.
Il mio più cordiale saluto alle autorità civili e militari e a quanti sono impegnati nella pubblica amministrazione.
Fin d’ora dichiaro la mia disponibilità a collaborare con tutti, nella distinzione dei ruoli e nel rispetto delle proprie competenze, per la soluzione dei problemi che di volta in volta, questa nostra Diocesi si troverà ad affrontare: i problemi si affrontano, gli uomini si incontrano e si confrontano.
A tutti il mio affettuoso saluto, la mia benevolenza, il mio ricordo al Dio della gioia, dell’amore e della speranza.
Come un cuor solo e un’anima sola, vi chiedo di pregare assieme a me il Signore perché mi faccia santo per santificare il Suo popolo, mi conceda la sua sapienza per illuminare coloro che mi ha affidato, mi doni la sua saggezza per reggere e governare questa nostra diletta Chiesa ben sapendo che “invano faticano i costruttori se il Signore non edifica la casa” (Sal. 126,1).
A Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Francesco Sgalambro mio venerato predecessore, la mia riconoscenza per essersi speso con zelo e dedizione per questa nostra Chiesa: Riconoscenza che si fa preghiera e augurio di buona salute e di meritato riposo.
A Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Rosario Mazzola Vescovo emerito della Diocesi che conosce i miei sentimenti da sempre, la mia venerazione e la mia stima.
Come non ricordare con commozione che tutti e due erano presenti alla mia ordinazione episcopale e mi hanno imposto le mani? Grazie venerati confratelli nell’episcopato!
Mi affido e vi affido alla materna intercessione di Maria SS. di Gibilmanna, amata e venerata come patrona della nostra Diocesi e a tutti i Santi patroni delle nostre comunità parrocchiali, perché sostengano la nostra preghiera e ci guidino sulla via della santità.
Con questi sentimenti, mi rivolgo a voi nel giorno della mia elezione a Vescovo di Cefalù invocando su tutti la benedizione del Signore.
Caltagirone, 17 settembre 2009
+ Vincenzo Manzella, Vescovo eletto di Cefalù