IL SINDACO

      Gab\Sind.214.

 

Un Partito per dare fiducia alla nostra Italia.

 Lettera aperta

al Segretario Bersani

  

Dal voto delle elezioni regionali al quale sono stati chiamati alle urne 41milioni di elettori si esce con i seguenti risultati: il PD al 25,9%, il PdL al 26,7% .

Le coalizioni si distaccano di poco, il centro sinistra al 39,4%, il centro desta al 40,1 % lasciando fuori UdC, Alleanza di Centro, i Grillini, e le diverse liste civiche.

Bisogna evidenziare questo risultato raffrontandolo con i risultati elettorali delle  ultime Europee: il PD al 26,2 %, il PdL al 35 % e le ultime elezioni Politiche: PD al 33,18% , PdL al 37,40 %.

Le coalizioni alle Europee: il centro sinistra 34,3%, il centro destra 45%, alle Politiche rispettivamente 37,56% e 45,70%.

Bisogna riconoscere che il centro sinistra ha recuperato e sta meglio di qualche mese fa.

Non va inoltre sottovalutato il dibattito che si è aperto da diversi mesi all’interno del PdL relativamente alla gestione del partito che sulla politica del governo. Assistiamo a divisioni, contrapposizioni, scontri interni, nascita di correnti, associazioni varie per dare visibilità ai vari leader impegnati a costruire ognuno il proprio “fortino”, pronti all’assalto per la conquista del PdL quando le condizioni saranno mature, o a chiedere di sedersi al “banchetto” del centro destra con un nuovo partito.

Il Partito del Sud di Miccichè, Prestigiacomo, Dell’Utri, i Circoli della Libertà della Brambilla,    benedetti da Berlusconi, il movimento Azione Giovani di Fini, Bocchino, Rotondo, Granata ne sono la più evidente dimostrazione. Tutto ciò dimostra che il collante che li tiene uniti è soltanto la gestione del potere e la sudditanza culturale di buona parte di chi proviene da Alleanza Nazionale verso l’ On. Berlusconi.

Ritengo doverosa  questa analisi per evidenziare il vivace confronto interno al Popolo della Libertà  di cui non sono in grado di pronosticare l’evoluzione che avrà nei prossimi mesi visto l’aumentato peso politico della Lega Nord  che detta l’agenda politica del governo utilizzando anche qualche infiltrato come il ministro Tremonti (è chiaro a tutti come viva in simbiosi con i leghisti) impegnato a disporre il taglio delle risorse e delle opportunità di sviluppo nel meridione e nelle isole.

Tutto ciò avviene con il colpevole e complice silenzio della maggioranza dei mezzi di informazione che assoggettati e controllati dal  potere politico ed economico del PdL nascondono i reali problemi del paese.  

  

Ho voluto fare questa riflessione perché ritengo che il centro sinistra debba smettere di piangersi ogni giorno addosso attraverso esponenti politici che vivono solo per polemizzare o togliersi  sassolini dalle scarpe.  Stiamo correndo  il serio rischio di stancare gli elettori e di mancare della loro  fiducia.

Dopo diversi anni di riflessioni, confronti, analisi, ritengo sia giunto il momento di agire con le proposte e le idee utili a dare la speranza  di  una prospettiva di futuro alla nostra Italia ponendoci al confronto con il resto del Mondo diventando terra di incontro tra Popoli, Culture e Religioni.

Questo è il PD che vogliamo.

Per fare ciò però ci vuole coraggio. Bisogna rompere alcuni equilibri, dire basta alle mediocrità, chiedere di fare un passo indietro a molti dirigenti, allontanarne alcuni.

Bisogna guardare al futuro e non fermarsi al domani, questo chiediamo al segretario Bersani a cui abbiamo affidato il compito di ricostruire il partito che vive nei territori  con le sezioni, le segreterie, i direttivi.   Un partito che si confronti con i cittadini e dove gli eletti non siano auto referenziali ma al servizio dei propri elettori. Un partito che riallacci  i rapporti con le organizzazioni di massa e i sindacati.

Un partito che faccia formazione politica amministrativa e investa affinché i suoi dirigenti abbiano un’adeguata formazione culturale che consenta di elaborare progetti, programmi, idee, dettati dai reali bisogni delle genti con cui vivono.

Signor Segretario, parlo per tanti uomini che come me, vivono la politica come impegno sociale, che ogni giorno operano per fare crescere questa nostra Italia e   pur rivestendo ruoli istituzionali non hanno cambiato né il proprio stile di vita, né il nostro modo di agire conservando quella integrità etica e morale che nasce da una cultura politica che ha visto il sacrificio di Donne e Uomini  che per difendere  la coerenza delle proprie idee non hanno esitato a sacrificare la propria vita.

Per queste ragioni Ti chiedo di ascoltarci.

Riunisci tutti i segretari di sezioni, gli eletti nei territori, dal consigliere del più piccolo comune al sindaco di una grande città e scoprirai un partito vivo, dotato di  attivisti  ricchi di idee e protagonisti del proprio futuro, amministratori brillanti e propositivi che si confrontano con altre comunità anche fuori dall’Italia. Questo è il PD che esiste nei territori mortificato in quanto i “colonnelli” non danno spazio per non rischiare di essere scoperti nella loro mediocrità.

Chi ti scrive vive in Sicilia, a Castelbuono, nel parco delle Madonie. Dal 1993 sempre con liste di centro sinistra faccio parte dell’amministrazione di un comune di 10 mila abitanti senza trasversalismi o consociativismi  e dal 2007 con un monocolore P D sto portando avanti tante buone pratiche amministrative, dimostrando che anche in Sicilia si può governare gli enti locali con efficienza e liberi da qualsiasi condizionamento.

La Sicilia merita una riflessione più approfondita perché questa terra con tutti i suoi ritardi e le sue contraddizioni può diventare un laboratorio politico che veda il PD protagonista, capace di imporre l’agenda delle priorità a una classe politica che oggi vive solo per auto mantenersi con privilegi e mortificando lo sviluppo culturale, sociale ed economico di una Regione. Oggi in Sicilia assistiamo ad un gruppo dirigente che pur di salvaguardare il proprio personale futuro sta svendendo il patrimonio e la storia di una tradizione politica che ha visto ammazzati dalla mafia uomini come Pio La Torre e Mattarella.

La cosa più drammatica è l’incapacità di dare una prospettiva all’azione politica del P D, un partito che avendo una vocazione Nazionale, deve fare radicare un movimento regionale che deve rivendicare con forza e determinazione gli interessi esclusivi delle regioni del Sud, tutto ciò a prescindere delle vicende politiche giudiziali del presidente Lombardo.

Ritengo che il nostro partito debba consolidare l’alleanza politica amministrativa con il  MpA e nel contempo pretendere che Lombardo faccia un passo indietro fino a quando non chiarisce la sua posizione personale.

  

Il messaggio che il MpA in questi anni ha portato avanti è stato quello di  mettere al primo posto l’interesse per  la  Sicilia e oggi lo può dimostrare. Candidi come  Presidente l’Assessore Massimo Russo con l’appoggio di tutto il centro sinistra e si chieda ai siciliani di voltare pagina, di valorizzare tutte quelle persone che per storia e tradizione hanno sempre avuto comportamenti etici e morali indiscussi.  Si chieda a Fava, Crocetta, Borsellino, Finocchiaro, di buttare il cuore oltre la siepe coinvolgendo quegli  amministratori e professionisti che si sono distinti per i risultati raggiunti. Si dia alla Sicilia l’opportunità di Volare, di Sognare, di presentarsi al Mondo nel ruolo di terra che sa confrontarsi  con le sfide del ventunesimo secolo e che vuole acquisire nel Mediterraneo il posto che la storia le ha dato: Terra che si fa “Madre” per chiunque desideri visitarLa o viverLa. 

 

Castelbuono 11.aprile.2010                        

      Il Sindaco Mario Cicero