Si è spento lo scrittore Vincenzo Consolo aveva 79 anni
Vincenzo Consolo
Era nato nel 1933 a Sant’Agata di Militello in una famiglia piccolo borghese, sesto di otto figli. Aveva vissuto sotto il regime fascista, e passato l’infanzia fra gli orrori della seconda guerra mondiale nella campagna siciliana che è diventata lo sfondo dei suoi scritti. I ricordi di questo periodo si possono leggere nel suo libro “Lo spasimo di Palermo”. Dopo avere frequentato tre anni la facoltà di Giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano, si è laureato con una tesi di filosofia del diritto all’Università di Messina, ma senza mai dedicarsi alle attività del foro.
La passione per la lettura e la scrittura come missione “sociale” diventarono la sua professione e la sua vita. L’espressionismo di Verga e lo sperimentalismo di Gadda e Pasolini le linee guida della sua prosa. Il primo libro per Mondadori è del 1963, “La ferita dell’aprile”, sulle lotte politiche dei primi anni del dopoguerra in Sicilia. Nel 1968, mentre veniva meno e si esauriva il movimento contadino in Sicilia, su invito di Vittorini e Calvino, che allora pubblicavano la rivista “Menabò”, fu chiamato a studiare, quale intellettuale, il fenomeno di inurbamento delle masse meridionali verso il nord Italia.
Per osservare da vicino il processo di industrializzazione del paese si trasferì a Milano. A Milano comincia a lavorare come funzionario Rai. Il successo letterario arriva nel 1976 quando pubblica Il sorriso dell’ignoto marinaio, un romanzo storico che riporta nella Sicilia dei moti rivoluzionari del 1860, con al centro una sommossa contadina che si scatena in un piccolo paese all’arrivo delle truppe di Garibaldi. Il protagonista del romanzo, Mandralisca di Cefalù, uomo di scienza e appassionato d’arte, figura irresistibile è il mezzo con cui Consolo dà voce al malessere delle genti siciliane e allo spirito popolare tradito dalle strutture politiche
Con Retablo, pubblicato nel 1987 per Sellerio, si inserisce nella questione linguistica, dimostrando magistralmente la differenza fra la scrittura razionalistico-argomentativa e quella di tipo sperimentale, e diventando figura di riferimento del secondo gruppo di scrittori. Il 1988 è l’anno di pubblicazione de “Le Pietre di Pantalica”, una raccolta di racconti che resta fra le opere più famose dell’autore. Nel 1992 vince il premio Strega con il romanzo “Nottetempo, casa per casa”.
Autore di saggi e frequentatore assiduo delle pagine culturali di diversi quotidiani, negli ultimi anni stava lavorando alla pubblicazione di un Meridiano per Mondadori, la sua casa editrice storica e verso la quale nutriva un rapporto conflittuale, senza risparmiarle feroci critiche. Nonostante Milano sia stata la sua casa fino a oggi, la Sicilia è rimasta il punto di osservazione privilegiato di tutta la sua opera e la base operativa di molte delle sue ricerche.